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Come funziona l’Algoritmo di Instagram 2023? Ecco 6 miti da sfatare

In molti se lo chiedono, in troppi cercano di dare risposte. Tra milioni di contenuti pubblicati ogni giorno sulla piattaforma, come fa Instagram a decidere cosa mostrare sul tuo smartphone? Ci pensa il tanto chiacchierato, discusso, enigmatico, famigerato, prezioso e complicato algoritmo. Già sentito vero? Se fai parte di quel miliardo di utenti attivi giornalmente sull’app, presumo proprio di sì. Il problema ora è capire come funziona. Lo faremo in questo articolo, analizzando il funzionamento dell’algoritmo di Instagram a partire da quanto dichiarato dall’app stessa. Ma soprattutto, sfatiamo finalmente 6 miti che girano per il mondo, mandando all’aria performance di singoli contenuti pubblicati e persino intere strategie marketing.

Prima, però, partiamo dalle basi. Cos’è un algoritmo?

L’algoritmo di Instagram è sostanzialmente un programma informatico che stabilisce quali contenuti mostrare nel feed degli utenti (e in quale ordine), secondo diversi parametri. Nell’ormai lontano 2010, quando l’app è stata creata, il flusso delle foto veniva presentato in ordine cronologico. Con l’aumento dei contenuti giornalieri, poi, Instagram ha dovuto inventarsi altre soluzioni, incentrando l’algoritmo sugli interessi degli utenti. E ora? 

Come funziona nel 2023?

App Instagram

Intanto sfatiamo i 6 miti più famosi sul misterioso algoritmo di Instagram.

1. Più hashtag = Più persone raggiunte

Sulla carta, includere hashtag pertinenti nei tuoi post ti aiuta ad aumentare la loro esposizione. Semplicemente perché aiuti la piattaforma ad identificare il tuo contenuto, così da mostrarlo agli utenti più interessati.

Peccato che usarne troppi, senza criterio, non farà altro che confondere l’algoritmo, ottenendo il risultato opposto. Oltre che un contenuto esteticamente orribile, stracolmo di cancelletti e parole in azzurro.

Quindi, non esagerare. Piuttosto non utilizzarli. Ma soprattutto, non usare hashtag generici o popolari solo perché sono in trend. Utilizza quelli di nicchia, in grado di raggiungere un pubblico sicuramente ridotto, ma più interessato.

2. Instagram favorisce i profili con più follower

Se qualcuno ti dice questa frase, magari per venderti pacchetti di fake followers, beh, scappa subito. Instagram NON crea corsie preferenziali per i profili più seguiti: quello che conta è l’engagement tra profilo e pubblico, così come la qualità del contenuto.

Un profilo poco seguito, ma molto attivo e con tante interazioni, può raggiungere un’esposizione maggiore rispetto ad uno seguitissimo ma inattivo. Insomma, sempre meglio pochi ma buoni.

3. Postare ogni giorno aumenta l’esposizione del profilo

Molte aziende con cui entriamo in contatto spesso ci chiedono: quanto devo postare su Instagram per crescere? 

Un numero definitivo a questa domanda NON ESISTE. Postare regolarmente è fondamentale per tenere il tuo pubblico interessato e attivo, ma postare ogni giorno non ti aiuta per forza. Concentrati sulla qualità, sulle interazioni, non sulla quantità.

Crea contenuti da ricordare, salvare, condividere. Contenuti utili, informativi, emozionanti.

Feed Instagram da smartphone

4. L’algoritmo di Instagram preferisce le foto rispetto ai video

Cosa? Ma davvero?! È praticamente il contrario. 

Che Instagram sia storicamente un social visivo è certo, ma contenuti come i video riescono a trattenere gli utenti per più tempo. Stesso principio per Stories e Reel, formati su cui la piattaforma sta puntando molto. Risultato? Vengono premiati di più.

Una cosa è certa. A prescindere dal formato scelto, ricorda sempre di dare priorità alla qualità. È questa la chiave che ti permetterà di ottenere dei buoni risultati.

5. I primi 30 minuti dalla pubblicazione di un contenuto sono decisivi per il suo successo

Non poteva che essere un bel grosso FALSO. L’algoritmo di Instagram mostra i contenuti agli utenti che interagiscono regolarmente sul profilo, a prescindere dall’interazione. I 30 minuti post pubblicazione non hanno nessun peso. Al contrario, assicurati di pubblicare i tuoi contenuti negli orari giusti, quando i tuoi followers sono maggiormente attivi.

6. Postare 5 Storie al giorno aumenta l’engagement

Divertenti, super creative, immediate, autentiche. Le Instagram Stories sono un formato davvero valido, ma purtroppo anche qui NON esiste un numero esatto di contenuti da pubblicare.

Pubblica quanto, come e quando vuoi tu, ricordandoti di coinvolgere il tuo pubblico, raccontare una storia. Lo storytelling, infatti, è essenziale: crea una trama, cattura l’attenzione nei primi secondi, cerca di emozionare e sfrutta ogni funzionalità del formato a tuo piacimento. Musica, tag, stickers, emoji, hashtag, sondaggi e tanto tanto altro.

Algoritmo di Instagram: Come funziona nel 2023?

Ed eccoci arrivati al succo del discorso. Quello che tanto aspettavi, riga dopo riga.

Sezione Esplora di Instagram

Come dicevamo in apertura, il primo algoritmo di Instagram era basato sull’ordine cronologico dei contenuti. Ora tutto (o quasi) è cambiato. Sono prima arrivati gli interessi, le interazioni, e dopo tanti anni di implementazioni e funzionalità, nel 2023 la situazione è questa.

Stando alle dichiarazioni della piattaforma stessa,

Instagram non usa un unico algoritmo responsabile di ciò che le persone vedono o non vedono nell’app. In realtà ci avvaliamo di diversi algoritmi, classificatori e processi, e ognuno di questi ha una funzione. Vogliamo che le persone possano sfruttare il proprio tempo al meglio e crediamo che il modo migliore per farlo sia servirci della tecnologia per personalizzare l’esperienza di tutti.

Sì, hai capito bene. Instagram ha tanti algoritmi. Uno per ogni sezione della piattaforma, sulla base dei precisi comportamenti che gli utenti hanno in essa. Le sezioni di cui parliamo sono:

  • Feed
  • Esplora
  • Stories
  • Reel

A proposito del feed, dunque, Instagram specifica:

Il tuo feed presenterà un mix di contenuti da parte di account che hai scelto di seguire, contenuti suggeriti di account che riteniamo possano interessarti e inserzioni. Inoltre, visualizzerai una combinazione di video, foto e caroselli.

Ma attenzione. Perché anche il fattore cronologico torna ad avere importanza. Instagram, infatti, nella definizione del feed, dichiara di prendere in considerazione i post recenti condivisi dalle persone seguite, oltre a quelli pubblicati da account che non seguiti, ma ritenuti interessanti per l’utente. Quest’ultima tipologia, nel dettaglio, è definita in base ad una serie di fattori, tra cui i profili seguiti dall’utente o i contenuti con i quali ha interagito di recente. 

Usando le sue parole:

Personalizziamo l’esperienza cercando un equilibrio tra contenuti di account che segui già e contenuti di account che non segui, ma potrebbero interessarti. […] Abbiamo iniziato a prendere in considerazione anche altri fattori come il formato: ad esempio, se notiamo che preferisci le foto, ti mostreremo più foto.

Questi fattori, sfruttati per capire gli interessi dell’utente, vengono chiamati dalla stessa piattaforma segnali. I segnali più rilevanti nel feed, più o meno in ordine di importanza, sono:

  • Attività dell’utente, a partire da Mi Piace, condivisioni o commenti;
  • Informazioni sul post, in cui rientrano il numero di Mi piace ottenuti, la frequenza dei commenti, delle condivisioni o dei salvataggi, così come altre info come luogo e orario di pubblicazione; 
  • Informazioni sull’utente che pubblica il contenuto, per comprendere quanto interesse gira attorno a quel profilo, considerando ad esempio il numero di volte in cui altre persone hanno interagito con lui nelle ultime settimane; 
  • La cronologia delle interazioni dell’utente con qualcuno, per capire se all’utente in questione interessano post di una persona in particolare.

Vuoi conoscere meglio il tuo social network preferito? Prova a leggere anche Instagram Caption: come creare delle descrizioni efficaci per i tuoi post? oppure Facebook: 7 consigli utili per migliorare la tua presenza su questo social

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